Immagina 40 cargo bike. Non in città. Non in una ciclabile liscia come il marmo.
Ma sui passi dolomitici. Sì, hai letto bene.Sabato scorso, una carovana di due ruote extra lunghe ha lasciato Canazei alle spalle per affrontare 64 km con 2012 metri di dislivello positivo. E no, non ci siamo persi. Lo abbiamo fatto di proposito.
Queste bici sono nate per il cemento, le strade urbane, il caos del lunedì mattina. Eppure eccole qui: tra le curve dell’Alta Via, tra marmotte, pini e silenzi che tagliano il fiato più delle salite.
Fuori contesto? Esattamente. Ed è questo il bello.
Abbiamo spinto, sorriso, respirato nuvole e guadagnato ogni metro. Nessuno si è fermato. Nessuno ha mollato.
C’è chi l’ha presa con calma, godendosi ogni passo. E c’è chi – sì, su cargo muscolare, senza assistenza – ha chiuso tutto in meno di 4 ore. Una roba che sfiora l’incredibile.
Solo tanta fatica, tanta bellezza e la solita magia che succede quando le cargo bike escono dal loro habitat… e dimostrano di potercela fare. Ovunque.
Qualcuno ha sudato più del solito. Qualcuno ha parlato meno in salita (strano, ma vero). Ma tutti hanno chiuso il giro, e lo hanno fatto con la stessa faccia che hanno i bambini quando scartano un regalo gigante: sorpresi, felici, curiosi di sapere cosa ci sarà dentro… la prossima volta.
A chi ha pedalato. A chi ha spinto. A chi ci ha aspettato in cima con una banana e una parola gentile.
Grazie a chi ha creduto che una cargo bike può salire un passo dolomitico.
Spoiler: può farlo. E lo rifarà.