Oltre i confini dell’asfalto urbano

Queste bici sono nate per il cemento, le strade urbane, il caos del lunedì mattina. Eppure eccole qui: tra le curve dell’Alta Via, tra marmotte, pini e silenzi che tagliano il fiato più delle salite.
Fuori contesto? Esattamente. Ed è questo il bello.


Abbiamo spinto, sorriso, respirato nuvole e guadagnato ogni metro. Nessuno si è fermato. Nessuno ha mollato.
C’è chi l’ha presa con calma, godendosi ogni passo. E c’è chi – sì, su cargo muscolare, senza assistenza – ha chiuso tutto in meno di 4 ore. Una roba che sfiora l’incredibile.
Solo tanta fatica, tanta bellezza e la solita magia che succede quando le cargo bike escono dal loro habitat… e dimostrano di potercela fare. Ovunque.


Qualcuno ha sudato più del solito. Qualcuno ha parlato meno in salita (strano, ma vero). Ma tutti hanno chiuso il giro, e lo hanno fatto con la stessa faccia che hanno i bambini quando scartano un regalo gigante: sorpresi, felici, curiosi di sapere cosa ci sarà dentro… la prossima volta.